L’obiettivo del film non è mitizzare o criticare nessuno, ma capire il processo che hanno portato verso certe strade che hanno influito la storia del nostro Paese, accendendo la discussione. Tenendo a mente questa mission Andrea Segre alla regia ed Elio Germano come interprete hanno fatto un lavoro per capire e non per rappresentare. “Se teatralizzati, Enrico Berlinguer, il suo mondo e il suo popolo, non possono infatti che diventare o eroi o nemici. Se invece si cerca di entrare, con rispetto e comprensione, dentro a una scelta di vita, allora si può provare a fare cinema” spiega il regista Andrea Segre presente anche lui a Napoli per incontrare la sala gremite “Quella di Enrico Berlinguer è una vita che può aiutare ancora oggi a porsi domande, a cercare risposte. Il mondo è profondamente cambiato, ma le urgenze e le emozioni che hanno attraversato la sua vita e suo popolo non sono scomparse, albergano in strade diverse, si cercano, si interrogano, attraversano le contraddizioni dell’oggi”.
Chi ha vissuto con consapevolezza gli anni 70 e 80 non può non emozionarsi per il doc-film su Berlinguer.
Si rivedono , come alla moviola, quegli anni, l’ entusiasmo, la giovinezza, tout court,gli ideali che ci davano l’ illusione della onnipotenza, ‘ di un altro mondo e’ possibile’. Si esce dalla sala estraniati. Di quegli anni rimangono impressi i pugni chiusi e le canzoni di Guccini.
Enrico Berlinguer, a 40 anni dalla morte, diventa ora il cuore e centro del film Berlinguer. La grande ambizione,
Elio Germano è l’attore adatto al ruolo di Segretario di partito, ruolo che sembra facesse da tempo.. Il film è stato presentato alla festa del cinema di Roma 2024, come titolo di apertura. Questo è un film che ti lascia con il punto interrogativo.
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