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Sharasad: intervista al gruppo rock

Nati a Modena nel 2019, gli Sharasad sono un gruppo rock. Il progetto ha inizio in una piccola sala prove nella quale, da un’idea di Lorenzo Balestrazzi, Lorenzo Corcione (chitarre), Gabriele Campioli (voce), Edoardo Cavalletti (basso) e Filippo Ferrari (batteria), nasce la curiosità e la volontà di scrivere ed arrangiare brani inediti in grado di unire le diverse influenze rock, stoner, indie e british dei membri.

Sharasad è un viaggio notturno in un locale fumoso, mentre scorrono diapositive di nottate spese per le strade alla ricerca di reietti con una storia da raccontare: figure di donne, simili a vedove nere, che tessono spesse ragnatele tutto intorno; pesanti auto americane che si scrollano via la sabbia del deserto, sfrecciando verso le ultime ore del giorno.  Sharasad è una danza frenetica, convulsa, incontrollabile.

Nel 2022 vengono pubblicati i primi 5 singoli della band.

“Obsidian Chase” è il nuovo singolo degli Sharasad, pubblicato da Overdub Recordings e distribuito via Ingrooves(Virgin Music)/Universal, disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica da venerdì 5 luglio 2024.

Come descrivereste il vostro nuovo singolo in tre parole e perché?

Aggressivo, Acido, Sexy. Queste sono le nostre sensazioni suonandolo ed ascoltandolo, sarebbe bello sapere come la vedono invece i nostri ascoltatori.

Parliamo di questo brano, come è nato?

In genere il nostro processo creativo parte dalla musica. Che sia un riff proposto o una melodia improvvisata, si parte da quello e si cerca di sviluppare l’idea concretizzandone una struttura e una melodia che ci convinca, e di conseguenza un testo. Per Osidian Chase è avvenuto proprio questo, partendo dal riff di chitarra presente nell’intro e che si ripropone in varie forme all’interno del brano.

Quale messaggio volete portare con la vostra musica?

Non abbiamo un unico messaggio, che sia un concerto dal vivo o che sia l’album, vorremmo che fosse un viaggio nel nostro mondo. Non uno scatto, bensì una maratona.

Il vostro sogno nel cassetto?

Aprire un concerto dei Queens Of The Stone Age, magari ad un bel festival.

Come descrivereste l’atmosfera di un vostro concerto a qualcuno che non vi ha mai visto dal vivo?

Molto d’impatto, un suono aggressivo che non è volto a trasmettere solo energia come ad un classico concerto rock, ma che si alterna tra momenti psichedelici e spazi di balli frenetici.

Quali sono i vostri prossimi impegni in programma?

Uscirà il nostro primo album ad ottobre, da li in poi cercheremo di suonare il più possibile in giro per l’Italia.

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